giovedì 9 ottobre 2014

Una cosa che sarà, che ancora non è, un cronoluogo cioè uno “spazio” morfologicamente destrutturato in formazione. Lo “spazio” in formazione è un oggetto in potenza e tempo in atto: lancio un sasso nello stagno, il sasso penetra nell’acqua, si formano delle onde che vedo raggiungere i bordi dello stagno, filmo il tutto con una cinepresa interiore. Rivedo il filmato al contrario: ecco che dalle onde che si contraggono in un punto vedo riemergere il sasso, fino a tornare al punto di partenza. Pulsazioni. Andare e tornare. Quello che ti interessa è rendere l’idea di come il tempo in atto possa ed è realtà in potenza, in divenire: onde materiche che fanno emergere qualcosa che poi noi descriviamo come realtà. Un flusso continuo di cronoonde che determinano ciò che chiamiamo spazio. Le onde temporali provengono dal futuro e si concentrano in un punto o whait-cron. L’essere come onda temporale, sempre uguale a sé stessa e sempre portatrice di mondi diversi. E’ una bella fiaba quella che ci racconti. E il prosieguo? Come finisce? A te interessa di più sapere come inizia: l’inizio è come una immensa onda, che dall’esterno si concentra sempre di più verso l’interno. Un buco bianco da cui tutto emerge. La realtà. O il sogno realtà? (G.P.)

Nessun commento:

Posta un commento